Un progetto per contrastare il gioco d\’azzardo

Presentato un nuovo progetto promosso dall’assessorato provinciale alle Politiche sociali, in collaborazione con l’associazione Onlus Prometeo, che mira a contrastare il gioco d’azzardo patologico. La Provincia di Ragusa si pone così tra le prime istituzioni pronte a recepire il grave disagio che colpisce alcune famiglie.Il gioco d’azzardo è un’attività normale e familiare, eppure esiste anche una forma patologica che distingue persone che hanno un vizio del gioco e persone che ne sono dipendenti nel vero senso della parola, sino a manifestare “dipendenze da un comportamento”. Il Gioco d’Azzardo Patologico, detto anche Gap, è un problema che si sviluppa coinvolgendo i vari aspetti della vita di un individuo, con ripercussioni pesanti sulla psiche, l’organismo, gli affetti, le economie finanziarie e l’attività sociale del soggetto affetto.Il gioco d’azzardo patologico può colpire tutti indistintamente, ma in particolar modo l’azione di prevenzione e sensibilizzazione individuata nel progetto è quella di rivolgersi alle fasce cosiddette “deboli”, ovvero, pensionati, casalinghe disoccupati o anche lavoratori. Il progetto ha cura però di rivolgersi anche agli adolescenti, dal momento che è stato statisticamente rilevato che questo fenomeno si sta diffondendo sempre più capillarmente anche all’interno di questa fascia sociale. “L’Ente provincia- ha chiarito l’assessore alle Politiche sociali Raffaele Monte- si pone al vertice di questa campagna di sensibilizzazione ed assistenza, volendosi affiancare all’attività già svolta dai Sert, senza volersi ad essi sostituire. Le famiglie potranno rivolgersi a questo servizio chiamando il numero verde dedicato (800550330) oppure anche via mail (sosazzardo@provincia.ragusa.it). Sarà nostra cura dare assistenza a chi la richiede, ma anche poter finalmente effettuare una rilevazione dei dati, dal momento che ad oggi non è chiaro quale sia il bacino d’utenza colpito da tale problematica. Sarà cura dell’ente poter procedere poi con la firma di diversi protocolli d’intesa sia con la Questura, sia con i Sert, per poter avviare un’azione capillare su tutto il territorio”. “Il nostro intervento- ha spiegato Giuseppina Terranova dell’associazione Prometeo- si deve svolgere principalmente su due direttrici: una sensibilizzazione a 360° su questo fenomeno, che troppo spesso non viene riconosciuto o addirittura sottovalutato dai nuclei familiari interessati o dallo stesso soggetto colpito, e la realizzazione di una vera e propria campagna di informazione, basata principalmente sulla chiarezza”. Melania Cappuzzello afferente alla stessa associazione onlus, ha invece spiegato come si svolgerà l’intervento assistenziale: “Miriamo soprattutto a compiere un intervento di orientamento mediante anche la realizzazione di colloqui motivazionali diretti al paziente e fornendo un forte sostegno autopsicologico e un indirizzamento alle comunità terapeutiche specializzate. Non bisogna dimenticare infatti che questi soggetti hanno una vera e propria dipendenza e che per loro si deve prevedere una vera e propria rieducazione al tempo libero”.

Ultimo aggiornamento

13 Novembre 2008, 00:00