Promosso dall’assessorato alle Politiche Sociali un progetto per detenuti stranieri
Attuare la massima integrazione anche tra i detenuti. Nasce con questo intento il progetto Amici-Lavoro-Informazione, promosso dall’assessorato provinciale alle Politiche Sociali congiuntamente alla Casa Circondariale di Ragusa. L’ALI (Associazione Laica per gli Immigrati) curerà nei dettagli un processo di formazione e informazione che darà agli stranieri la possibilità di ottenere trattamenti più equi e favorevoli all’interno della dura realtà del carcere. Sarà messa a disposizione di tutti gli immigrati un’equipe specializzata di mediatori e psicologi, che, con la loro notevole esperienza, garantiranno la tutela in ambito processuale e nei rapporti tra legali e famiglie dei soggiornanti. “L’obiettivo dell’ambizioso progetto – dichira l’assessore Piero Mandarà – è, inoltre, quello di promuovere l’interculturalità delle diverse etnie presenti nelle Case Circondariali della provincia di Ragusa e sostenere lo sviluppo e l’inserimento socio-economico dei soggiornanti, in prospettiva futura, all’interno del tessuto sociale. Un’iniziativa che vuole abbattere le diversità in un ambiente delicato come quello delle Case Circondariali di Modica e Ragusa. La Provincia si impegna a portarlo avanti e spera che gli obiettivi di fondo diventino patrimonio culturale di coloro che verranno coinvolti: l’unione d’intenti e il rispetto reciproco aiutano a superare le difficoltà”. Entusiasta anche il direttore della Casa Circondariale di Ragusa, Santo Mortillaro: “L’iniziativa rientra all’interno del progetto pedagogico che il nostro istituto si è posto come priorità per l’anno in corso. La ‘mission’ è quella dell’integrazione culturale, tramite una serie di attività volte a fornire assistenza a tutti gli stranieri: in ambito legale, culturale e religioso. L’obiettivo è sconfiggere la paura del diverso”. L’ALI è in prima linea con la sua presidentessa Maria Monteiro: “E’ un percorso ambizioso ma necessario per un paese che si appresta alla multiculturalità. Grazie alla nostra esperienza e al prezioso contributo proveniente dal gruppo dei nostri mediatori, abbiamo l’intento di far convivere diverse etnie all’interno del carcere. Sosterremo gli stranieri in modo efficiente, per un rapido superamento delle difficoltà di tipo linguistico e di reinserimento nel campo socio-economico”.
Ultimo aggiornamento
15 Luglio 2010, 00:00