La protesta del territorio ibleo in marcia da Ragusa a Catania. Antoci: \\”Vogliamo le infrastrutture\\”

Ecco di seguito il discorso pronunciato dal presidnete della Provincia Franco Antoci al termine della marcia lenta del 14 aprile di protesta per il mancato sblocco degli iter per la Ragusa-Catania e l\’aeroporto di Comiso.\\”Grazie a quanti hanno partecipato e animato questa civile protesta-Sindaci e rappresentanti di Comuni e Provincie-Il Presidente della Provincia di Siracusa Bono, che impossibilitato a intervenire, mi ha chiesto di portare il suo saluto e la sua partecipazione-Parlamentari-Membri del Comitato 514 -Sindacati e Associazioni Datoriali-Forze dell’Ordine, stampa-Partecipanti tutti alla “Marcia Lenta” sulla 514 tra Ragusa-Comiso e CataniaPerché questa protesta?Per affermare, ribadire, gridare il sacrosanto diritto di una Provincia di essere dignitosamente collegata con l’Italia ed il mondo.La S.S.514 e l’aeroporto di Comiso sono il trait d’union che ci possono fare uscire dall’isolamento infrastrutturale restituendoci la dignità di cittadini di serie A, di cittadini che possono sviluppare le grandi potenzialità del nostro territorio.Sono anni che lottiamo per queste infrastrutture.Lo studio preliminare ANAS per il raddoppio della 514 risale al 1998, nel dicembre 2001 il CIPE con la Delibera 121 inserisce la Ragusa – Catania tra le infrastrutture strategiche (legge obiettivo). Viene scritto che tale opera armonizza la dotazione siciliana nel contesto dei trasporti nell’euro-mediterraneo, nella sub area, quella ragusana, al più basso indice di infrastrutture d’Italia. Nulla però accade, tanto che il 17/11/2003 ha luogo la 1° marcia lenta RG – CT per sensibilizzare l’ANAS ad andare avanti.Nel 2004 si è costituito il Comitato ristretto, presieduto dal sottoscritto, e composto da rappresentanti delle forze politiche, istituzionali, sindacali e datoriali, per seguire l’iter di questa fondamentale infrastruttura.Da allora, da 7 anni, abbiamo seguito passo passo con grande spirito di abnegazione i tanti passaggi, dal progetto preliminare alla scelta del project-financing, alle varie approvazioni ed ai tanti pareri, fino ad arrivare alla Delibera CIPE n. 3 del 22/1/10, registrata alla Corte dei Conti il 16/7/10 e pubblicata nella G.U. il 6/8/10.Con questa Delibera il CIPE approva definitivamente la procedura ed il finanziamento pubblico-privato per la realizzazione dell’opera con un costo complessivo di circa 850 milioni di euro.Il 23 luglio, sempre del 2010, il CIPE approva pure lo schema di convenzione da porre a base della gara, da parte dell’ANAS, per l’individuazione del concessionario del project – financing.Avevamo raggiunto un grande traguardo, facevamo già i calcoli sui tempi di inizio dei lavori che dovrebbero essere conclusi in poco meno di 5 anni, avevamo accettato anche l’inevitabile pedaggio da pagare per potersi spostare con velocità e sicurezza, ma non sapevamo ciò che ancora ci aspettava!Una dura presa di posizione del Presidente Lombardo che arrivava a ritirare la disponibilità del cofinanziamento regionale, con una sua nota del 30/8/10, da noi appresa molto più tardi e che ha dato il destro ad una diatriba senza fine, spesso di carattere politico e strumentale, ma che di fatto ha posto un grosso ostacolo sulla realizzazione dell’opera.Solo ieri è arrivata la nota del Presidente della Regione, concordata con l’Ass. Russo durante la sua venuta a Ragusa, sabato scorso, con la quale finalmente si fa chiarezza sul fatto che la Regione intende onorare gli impegni riportati nella Delibera CIPE del 22/1/10. Eliminato questo ostacolo, sarà ora mia cura seguire all’ANAS che, da questo punto di vista, non ci siano più ostacoli.Ma non è tutto, lo schema di convenzione approvato dal CIPE nove mesi fa, non è ancora stato trasmesso alla Corte dei Conti per la registrazione perché manca la firma del Ministro Tremonti e senza questa firma l’ANAS è ferma, perché non può iniziare la gara per l’individuazione del Concessionario. E senza questa individuazione la strada non sarà costruita; vi è inoltre il pericolo, come paventato dal Ministro Matteoli che gli altri fondi pubblici o privati possano, nel tempo, essere dismessi.Noi non ci stiamo! Non possiamo più aspettare, non possiamo permettere che dopo i tantissimi incidenti mortali altre innocenti vittime vengano immolate su una strada diventata pericolosissima per l’ingente volume di traffico che su essa si sviluppa.Non sono servite le interlocuzioni, le interrogazioni parlamentari, l’autorevole intervento del nostro Prefetto ed allora abbiamo messo su questa civile protesta per far capire che la nostra comunità è stanca di promesse e chiacchiere e vuole risposte concrete e celeri.Se anche questa manifestazione non otterrà risultati noi non ci fermeremo e porteremo la nostra protesta presso le sedi del potere governativo, fino a quando non saremo ascoltati.Ho illustrato sinteticamente il primo motivo di questa manifestazione, ma ve ne è un secondo altrettanto importante che è strettamente collegato al primo.La Ragusa – Catania non è solo infatti l’arteria che collega Ragusa con il suo riferimento commerciale, infrastrutturale e culturale quale è Catania, ma è anche il collegamento essenziale tra l’aeroporto di Comiso e l’aeroporto di Catania, è l’asse fondamentale del sistema aeroportuale della Sicilia Orientale.L’aeroporto di Comiso, ormai completo è però fermo al palo e non può essere aperto perché, oltre ai problemi tecnico – gestionali che pare siano in via di soluzione da parte della Società di Gestione, a maggioranza SAC, manca la firma del Ministro Tremonti sul Decreto che, almeno per tre anni, mette Comiso alla pari con gli altri aeroporti, coprendo la spesa del controllo di volo ENAV, il cui costo farebbe altrimenti diventare assolutamente fuori mercato il decollo e l’atterraggio da questo aeroporto.Anche in questo caso il territorio fa già la sua parte, ma manca una firma per rendere più facile ed immediata l’apertura dello scalo.Noi chiediamo al Ministro Tremonti di firmare subito questo Decreto ed alla Società di gestione di superare celermente, con decisione e generosità, ogni ostacolo possibile che si frappone all’apertura dell’aeroporto.Anche in questo caso, se il problema non sarà risolto, andremo a protestare a Roma per chiedere al Governo quanto ad altri è stato concesso.Raddoppio della Ragusa – Catania, con la bretella di raccordo all’aeroporto (cofinanziamento della Provincia con 17 mln di euro) e sollecita apertura dello stesso sono due obiettivi fondamentali che ci proponiamo di raggiungere, spogliandoci delle rispettive vesti politiche, poiché, al di là delle appartenenze, guarderemo agli atteggiamenti degli uomini di governo verso il nostro territorio e scopriremo chi sono gli amici ed i nemici della comunità iblea.In questi giorni nei quali abbiamo festeggiato i 150 anni dell’Unità d’Italia abbiamo spesso pensato a quanto diversa è la nostra situazione infrastrutturale rispetto ad altre parti d’Italia e sono risuonate nelle nostre orecchie le parole dell’inno di Mameli:Noi siamo da secoli calpesti, derisiperché non siam popolo perché siam divisiraccolgaci un’unica Bandiera una speme:di fonderci insieme, già l’ora suonò.Anche per il popolo ibleo è suonata l’ora; l’ora della richiesta inderogabile del rispetto della propria dignità e dei propri diritti.La nostra terra accogliente e ospitale si fa anche carico di una grande solidarietà verso i tanti immigrati e rifugiati che arrivano sulle nostre coste, ma non può ulteriormente tollerare di essere penalizzata nel suo fondamentale diritto del collegamento all’Italia ed all’Europa.A conclusione di questo mio intervento desidero ringraziare ancora tutti per la corale e sentita partecipazione, ed in particolare la stampa e le televisioni per lo spazio che hanno dedicato e vorranno dedicare a questa nostra manifestazione con la speranza che il Governo ascolti le nostre sacrosante richieste. Grazie e buon ritorno a tutti.

Ultimo aggiornamento

14 Aprile 2011, 00:00