La famiglia nella comunità iblea. Monte: “Definita la mappatura dei bisogni”

“La Famiglia nella comunità iblea: bisogni, risposte e nuove prospettive”. La ricerca commissionata dalla Provincia Regionale di Ragusa è stata presentata ed illustrata dai ricercatori incaricati e dall’assessore alle Politiche Sociali Raffaele Monte nel corso di un convegno che si è tenuto a Modica presso la Scuola per Assistenti Sociali “D’Alcontres”.La ricerca ha permesso di ottenere utili informazioni circa il mutamento dei bisogni che hanno interessato la sfera familiare negli ultimi anni ma anche di monitorare l’istituzione famiglia nella comunità iblea che si regge soprattutto nella sua funzione assistenziale. In particolare, il 61,8% degli intervistati ha chiesto aiuto ai familiari, un’istanza che fa supporre una buona fiducia nella famiglia. Gli eventi traumatici che hanno interessato la famiglia negli ultimi cinque anni riguardano principalmente: il ricorso a forme di indebitamento, il licenziamento, i disagi derivanti dalla comparsa di patologia grave che ha reso il soggetto interessato inabile al lavoro. Inoltre, una famiglia su tre negli ultimi cinque anni ha avuto difficoltà a far fronte alle spese di prima necessità del proprio nucleo e le difficoltà, naturalmente, sono state più gravi laddove il nucleo è più numeroso e vive in locali presi in affitto. Dalle risposte del campione si evince la fiducia nell’attività di supporto svolta dalla famiglia originaria.“Alla luce della mappatura dei bisogni – afferma l’assessore Monte – individuata dall’analisi dei dati, in vista della predisposizione dei nuovi Piani di Zona, si propone ai Comuni un impegno nei seguenti punti: potenziamento delle informazioni a livello locale, anche attraverso l’attivazione di idonei sportelli di segretariato sociale, potenziamento degli interventi e dei servizi a favore della famiglia con figli (asili nido, servizi ricreativi ed educativi, ecc.), potenziamento di interventi e servizi a favore di famiglie con anziani non autosufficienti e/o disabili gravi, attivazione e/o potenziamento di iniziative a favore dei giovani (percorsi di accompagnamento all’inserimento nel mercato del lavoro), formazione di professionalità al servizio delle diversità culturali anche attraverso percorsi formativi di riqualificazione degli operatori sociali, promozione di corsi di aggiornamento o formazione degli operatori dei servizi sociali, realizzazione di un sistema di monitoraggio della qualità dei servizi mediante azioni di valutazione della soddisfazione degli utenti. A livello locale occorre rafforzare l’attività di concertazione e collaborazione tra gli attori sociali e agevolare la partecipazione del cittadino nel processo di controllo della qualità dei servizi”. La Provincia, rispetto alle criticità emerse, può fornire un utile supporto istituzionale avvalendosi delle competenze in materia di politiche di welfare e promuovendo in particolare le attività di raccolta dati e sviluppando un idoneo Osservatorio.“L’obiettivo della ricerca – aggiunge Monte – era di definire i bisogni delle famiglie. I risultati raggiunti ci consento di fornire agli altri enti istituzionalmente competenti utili elementi per programmare o riorientare le politiche sociali a favore della famiglia a livello locale. Per la Provincia è sicuramente un valido strumento che può contribuire al miglioramento attraverso la formazione del personale del comparto o sviluppando adeguate politiche di Osservatorio sui bisogni. Continueremo a lavorare per incoraggiare sempre più i vari soggetti sia pubblici che privati per la costituzione di un sistema ibleo capace di aprire un ombrello di protezione sulla famiglia ragusana”.

Ultimo aggiornamento

30 Aprile 2008, 00:00