La cooperazione è fondamentale per essere competitivi nelle politiche euromediterranee. Il sottosegretario Scotti: Cooperare è più importante che competere”

“L’Unione del Mediterraneo deve necessariamente costituire il fondamento per la creazione di un’area di prosperità condivisa” dando nuova linfa ad un partenariato euromediterraneo che altrimenti finirà tra le speranze fallite ed i sogni non avverati. Noi non possiamo permetterci ciò, soprattutto noi siciliani e noi iblei in particolare, abitatori della terra di Giorgio La Pira, che con le sue intuizioni sui rapporti dell’Italia con i Paesi del Mediterraneo costituisce ancora oggi il profeta di una nuova speranza per un Mediterraneo laboratorio di pace, di una pace da portare a tutti i popoli della terra”.Così il presidente della Provincia Franco Antoci al convegno sull’integrazione e la cooperazione nell’area mediterranea che si è tenuto nella sala convegni del Palazzo della Provincia e che ha registrato la presenza del sottosegretario agli Esteri Enzo Scotti.Proprio il sottosegretario di Stato ha fatto un invito netto alla cooperazione per essere competitivi in un’economia sempre più globale.“Cooperare ed integrare è più importante che competere – ha detto Enzo Scotti – e di questo bisogna prendere atto. Il Mezzogiorno torna ad essere un nuovo grande bacino di comunicazione e non possiamo lamentarci dell’intuizione del presidente francese Sarkozy di voler rilanciare la politica euromediterranea perché semmai spetta a noi ora l’iniziativa. La politica estera – ha aggiunto il sottosegretario – deve essere solo una: l’Italia ha un grande spazio se si collega nei mercati di nicchia e il futuro del Paese è legato all’area del Mediterraneo”.Il convegno sull’integrazione e la cooperazione nell’area mediterranea è stato arricchito dalla presenza dal presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Lillo Speziale che ha riproposto il problema della fiscalità di vantaggio per la Sicilia ed ha chiesto un intervento legislativo allo Stato che possa assegnare i beni e i fondi confiscati alla mafia di nuovo alla Sicilia in modo che si possa riparare alla perdita economica che l’Isola ha subito dalla presenza della criminalità organizzata, mentre, nell’ambito di una scelta strategica di piattaforma logistica del mediterraneo ha proposto il porto di Augusta perché ha i connotati geofisici per essere piattaforma del mediterraneo. Il sen. Giovanni Mauro invece ha proposto una nuova strategia per la Sicilia per costruire il proprio futuro sfruttando appieno i fondi strutturali. “I fondi 2000-2006 non hanno prodotto un incremento del Pil e allora bisogna fare in modo di avviare al più presto la fase della programmazione perché dopo il 2013 la Sicilia non sarà più regione ad “Obiettivo 1” e quindi non ci saranno più fondi”.Il convegno si è chiuso con l’analisi economica sullo sviluppo delle attività produttive nei paesi del Mediterraneo fatta dal professor Andrea Cirà dell’Università di Palermo e con la testimonianza del segretario generale dell’Eurispes Marco Ricceri sulle nuove opportunità di sviluppo delle regioni italiane. In tal senso si è avuta la testimonianza dell’assessore regionale alle Autonomie Locali del Friuli Venezia Giulia Federica Seganti sulla possibilità di realizzare un ponte tra Nord e Sud per uno sviluppo integrato tra i Balcani e il Mediterraneo.

Ultimo aggiornamento

9 Novembre 2008, 00:00