Anniversario morte di Giorgio La Pira. Antoci : “E’ una stella polare che indica il cammino”

“Il messaggio di Giorgio La Pira è di un’attualità estrema. Oggi ricordando i 30 anni della sua morte sento profondamente l’importanza del suo insegnamento e l’enorme valenza della sua testimonianza”.Così il presidente della Provincia Franco Antoci ricorda Giorgio La Pira, in occasione del trentesimo anniversario della sua morte, avvenuta il 5 novembre 1977, partecipando a Firenze alle celebrazioni per la traslazione della salma del “sindaco santo” dal cimitero di Rifredi (dove era sepolto a fianco di monsignor Giulio Facibeni) all’interno della Basilica San Marco. Per la Pira è una sorta di “ritorno a casa” perché dopo essere giunto dalla Sicilia aveva fatto del convento di San Marco la sua abitazione condividendo da terziario domenicano, la vita dei frati.“La scelta di traslare la sua salma all’interno della Basilica di San Marco – aggiunge Antoci – è stata fatta dalla Congregazione delle Cause dei Santi perché sta per concludersi il processo di beatificazione di La Pira aperto nel 1986 dal Cardinale Silvano Piovanelli e i cui atti sono stati trasmessi a Roma, nel 2005, dal cardinale Ennio Antonelli. La Pira è un personaggio gigantesco da studiare ed analizzare nella profondità del suo insegnamento ma è soprattutto una “stella polare” che oggi, come non mai, ci indica il cammino da intraprendere, per costruire un orizzonte di pace, solidarietà, di benessere”.L’urna con il corpo di La Pira è stata sistemata sulla parete sinistra della chiesa di San Marco, sotto un altare, poco lontano dalle sepolture di Pico della Mirandola e di Agnolo Poliziano. La tomba ha un basamento in pietra siciliana (scelta nella stessa cava da cui provengono le pietre usate per il restauro della cattedrale di Noto) e una lapide in pietra serena, proveniente dalle cave delle colline fiorentine.

Ultimo aggiornamento

6 Novembre 2007, 00:00