Prorogato dalla Provincia il progetto “Do. Ma. NI”

Prorogato dalla Provincia il progetto “Do. Ma. NI”La Provincia ha prorogato con propri fondi il progetto “DO.MA.NI.” (Donne, mamme, neonati ed immigrati), finanziato originariamente dalla legge 286/97 e gestito dalla cooperativa sociale Proxima. Il progetto fino al 31 agosto ha goduto del finanziamento del dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ma per gli obiettivi ed i risultati raggiunti l’Amministrazione Provinciale, su proposta dell’assessore ai servizi sociali Concetta Vindigni, ha deliberato di dare continuità alle attività, ormai consolidate, del centro di accoglienza fino al prossimo 31 dicembre nelle more di ripresentare il progetto per il finanziamento.Ad un anno dall’attivazione del progetto si può tirare un primo bilancio dell’attività svolta.Il primo periodo è stato riservato alla divulgazione del progetto finalizzata alla creazione della rete territoriale. Sono stati informati i diversi segretariati sociali dei comuni della provincia e di quelli limitrofi, l’Asl 7 (in modo specifico i “Pronto soccorso” degli ospedali di: Ragusa, Scicli, Modica, Comiso e Vittoria tramite il contatto diretto con gli assistenti sociali delle diverse strutture sanitarie); il Dipartimento salute mentale; la Prefettura nonché tutte le forze dell’ordine che già in sede di conferenza di servizio, indetta dalla Provincia Regionale di Ragusa, per la presentazione del progetto, avevano dichiarato la piena disponibilità e collaborazione; la Caritas diocesana ed i centri di accoglienza e di ascolto presenti nel territorio.Il progetto ha previsto l’apertura di un centro accoglienza, ubicato a Ragusa, in Via G. Pitrè, 46, che ha accolto mamme e bambini provenienti da diversi Paesi Stranieri (Nigeria, Polonia, Tunisia, Eritrea, Ucraina, Kosovo) e con particolari situazioni di disagio. In modo specifico è stata svolta ed assicurata l’attività di consulenza legale finalizzata all’ottenimento del permesso di soggiorno; il continuo e costante rapporto di collaborazione con le strutture sanitarie, con i medici di base e gli specialisti, nonché con i pediatri e i medici senza frontiere; la collaborazione con diversi enti pubblici e privati per l’accoglienza e la risoluzione dei diversi casi presi in carico; la ricerca di una possibilità lavorativa per le donne accolte anche attraverso l’attivazione di borse lavoro presso aziende presenti nel territorio; l’azione di consulenza, assistenza, ascolto ed informazione telefonica di casi di sfruttamento; Il Centro ha messo in atto delle azioni di sostegno alla relazione mamma-figlio. Si è notato che spesso le mamme sono incapaci di assolvere i fondamentali compiti di accudimento e di educazione del bambino. Tale incapacità spesso deriva dal fatto di sentirsi impreparate al ruolo di madre e su quelle che sono le esigenze del bambino e le responsabilità degli adulti. Pertanto gli operatori hanno fornito un costante supporto per far acquisire gradualmente gli strumenti e le competenze per colmare tali lacune. E’ stata altresì assicurata l’accoglienza diurna di soli bambini per permettere alle mamme di poter svolgere la propria attività lavorativa; assicurando anche i contatti con diverse scuole e con la Facoltà di Scienze Sociali di Modica per la presentazione del progetto.Per la realizzazione del progetto è impegnata un’equipe formata da 5 persone è composta dal coordinatore, da due assistenti sociali, da un operatore sociale, da una responsabile di struttura e da tre ragazze in servizio civile volontario.“Abbiamo ritenuto di prorogare il progetto “DO.MA.NI.” – dice l’assessore ai servizi sociali Concetta Vindigni – relativo a programmi di assistenza e di integrazione sociale destinati agli stranieri che si trovano in situazioni di disagio perché lo abbiamo ritenuto utile in attesa del nuovo finanziamento statale per non disperdere questo patrimonio di esperienza altamente sociale ma soprattutto per non troncare di punto in bianco l’accoglienza alle donne straniere, alle mamme e agli immigrati che vivono in situazione di grave disagio. Dare continuità ad un progetto di cui la Provincia è stata capofila ci è sembrato non solo utile ma opportuno in un momento di particolare tensione internazionale, a conferma anche dell’impegno solidale di quest’Amministrazione”.

Ultimo aggiornamento

8 Settembre 2004, 00:00