Pnrr: una sfida per gli Enti locali
“La vera sfida per gli enti locali è riuscire a sfruttare le potenzialità di queste grandi risorse economiche con la macchina amministrativa a disposizione”. Il punto sui fondi Pnrr e l’analisi dell’impatto di questo programma sull’economia e sul mercato del lavoro al centro del convegno promosso dal Libero Consorzio Comunale di Ragusa a Palazzo La Rocca, sede sempre più attiva per eventi e confronti nel cuore di Ibla.
“Il Pnrr è una sfida per quanto riguarda la governance degli enti locali. Nell’attesa che si completino le procedure attivate dal Dipartimento per le politiche di coesione, province e comuni devono far fronte al nuovo carico di lavoro con il personale esistente, facendo i conti con la carenza di personale e professionalità specifiche. Lo sforzo è enorme ma abbiamo l’obbligo nei confronti delle comunità che amministriamo di raggiungere l’obiettivo”, ha evidenziato la Commissaria Straordinaria Patrizia Valenti in apertura dei lavori. Nel corso dei saluti istituzionali, alla presenza dei massimi rappresentanti delle forze dell’ordine e delle istituzioni, di sindaci e dei Comuni oltre a numerosi tecnici, sua eccellenza il prefetto di Ragusa, Giuseppe Ranieri, ha tracciato il quadro della situazione in provincia di Ragusa, “dove, seppur scontiamo una drammatica carenza di organico, è stata costituita la prima apposita cabina di regia, nell’ambito del principio della collaborazione istituzionale che contraddistingue il territorio”. Passando ai dati, il prefetto ha spiegato: “Stiamo monitorando 1321 progetti, per oltre 900 milioni di euro. Sono 25 i progetti di rigenerazione urbana, per un ammontare di oltre 50 milioni di euro”. Ed ancora, “Ci sono 7 chiese della provincia interessate da interventi restauro, a Ragusa, Comiso, Monterosso, Vittoria e Scicli, per oltre 5 milioni di euro. La Prefettura di Ragusa collabora con la soprintendenza nell’attività di monitoraggio delle scadenze Pnrr. Si tratta di una scommessa non solo da vincere, ma dalla quale dobbiamo trarre anche i correttivi da porre in essere per il rilancio del territorio Ragusa”.
Collegati via streaming, gli assessori regionali Giusi Savarino e Andrea Messina hanno evidenziato il “modello Ragusa”, “da prendere come riferimento in Sicilia”, non solo per la vivacità imprenditoriale ma anche per la capacità degli enti di dare risposte al territorio. L’assessore regionale del Territorio e dell’Ambiente Giusi Savarino ha quindi posto l’attenzione sulla capacità di mettere a terra tutte le risorse intercettate, evidenziando l’importante azione di recupero di somme ancora non spese, “per destinarle a nuovi progetti, come abbiamo fatto per esempio con i 77 milioni di euro provenienti da una vecchia programmazione che adesso finanzieranno 29 progetti per il contrasto al dissesto idrogeologico e all’erosione costiera. I fondi sono stati recuperati dalla sezione speciale 2 del Piano di sviluppo e coesione (Psc) 2014-2020”. Andrea Messina, assessore regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica, ha quindi parlato del tema Pnrr, “per tutti gli enti locali una grande occasione, da non perdere, per realizzare attese infrastrutture. Occorre essere tutti veloci e solerti amministratori, occorre fare squadra e lavorare nell’interesse delle comunità”.
Nel corso dell’incontro, moderato dal condirettore di QN Raffaele Marmo, spazio alla riflessione di Gilda Siniscalchi, capo di gabinetto del Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di coesione ed il Pnrr. Si sono quindi avvicendati il direttore generale di Assolavoro Agostino Dimaio, il direttore generale del Libero Consorzio Comunale di Ragusa Nitto Rosso, il senior advisor di Sviluppo locale Piero David e il presidente di FormaTemp Francesco Verbaro, autore assieme a Maurizio Sacconi del volume “1993. Il tentativo di reinventare lo Stato”. Proprio Verbaro ha evidenziato: “Come ben sappiamo, da anni gli enti locali non hanno praticamente più fondi ordinari a disposizione per investimenti e siamo anche un Paese che ha 3 mila miliardi di debito pubblico. Quindi ancor di più devono essere utilizzati al meglio i fondi europei. Purtroppo non abbiamo in questo una buona tradizione e lo si sta vedendo adesso nel caso Pnrr. Siamo quasi al 2025 e gli effetti di tutti questi miliardi ancora non si vedono sul Pil. C’è un problema di capacità amministrativa, sopratutto al Sud dove pure abbiamo tante ricorse”. “Le istituzioni, spesso nel Mezzogiorno utilizzate come ammortizzatori sociali, diventano quindi fondamentali nel determinare lo sviluppo. E’ necessaria una immediata inversione di tendenza, ricordiamo che da calendario il termine scade il 31 dicembre 2026. Ora o mai più”, è quindi l’appello lanciato da Verbaro.
Ultimo aggiornamento
16 Novembre 2024, 13:21