80° Anniversario della Provincia. IL discorso del presidente della Provincia Franco Antoci

Il presidente della Provincia Franco Antoci alla cerimonia protocollare per celebrare l’80° anniversario della Provincia di Ragusa ha pronunciato il seguente discorso:“Eccellenze, Parlamentari, Sindaci, Autorità civili, religiose e militari, gentili Signore e Signorisono onorato e lieto di porgere a tutti voi un cordialissimo saluto ed un grazie affettuoso per aver accettato l’invito a partecipare a questa cerimonia in occasione dell’80° anniversario della nascita della nostra provincia.Il Presidente della Regione on. Cuffaro ed il Presidente dell’Assemblea Regionale on. Miccichè, che per altri concomitanti impegni istituzionali non possono essere presenti, mi hanno inviato i lori auguri e pregato di portarvi il loro saluto ed io lo faccio volentieri! Un particolare saluto ai presidenti miei predecessori oggi presenti tra noi ed ai colleghi presidenti Penati e Marziano che rappresentano le province gemellate di Milano e Siracusa. So che il presidente Penati, che tra l’altro ha delle radici familiari in terra iblea, ha fatto grandi sacrifici per essere con noi stasera e questo ci riempie di gioia e gratitudine. Il presidente Marziano che è anche vice presidente vicario dell’UPI, rappresenta un territorio che è quello a cui appartenevamo prima del 1927 e che è adesso a noi legato da tanti interessi istituzionali, culturali ed economici. Un anno fa, l’11 gennaio, in questa sala abbiamo accolto il Presidente Ciampi e lo abbiamo salutato con tanto affetto presentandogli le belle e positive caratteristiche del nostro territorio e caricandolo delle principali problematiche della nostra comunità. Mentre il ricordo di questo evento storico è ancora vivo in tutti noi, oggi commemoriamo un anniversario altrettanto importante: gli 80 anni di nascita della nostra provincia. Un anniversario che ci tocca da vicino e che ci deve far riflettere sulla nostra storia, sul significato attuale della provincia e sui traguardi che intendiamo raggiungere. Nel 1927 nasce la nuova Provincia, assieme a diverse altre province in tutta Italia ed in particolare assieme ad Enna, in Sicilia. Nasce per decisione del governo fascista che attuava così una rigida politica di controllo del territorio; il Regio Decreto Legge n. 1 del 2 gennaio 1927, entrato in vigore il successivo 12 gennaio, all’art. 1 istituiva “la Provincia di Ragusa comprendente i Comuni dei circondari di Ragusa e Modica con capoluogo Ragusa” e all’art. 3 stabiliva che “il comune di Ragusa Ibla è unito a quello di Ragusa”, questa nascita sappiamo che non fu senza conseguenze sul piano locale, poiché furono deluse le aspettative della città di Modica e perché lo stesso partito fascista si spaccò tra i seguaci di Filippo Pennavaria e quelli di Biagio Pace. Oggi a distanza di tanti anni ricordiamo con serenità, senza paure o censure questa parte di storia della nostra Comunità e vogliamo invece cogliere questa occasione per riscoprire le ragioni di un impegno comune teso alla crescita ed allo sviluppo del nostro territorio. Dopo 80 anni, dopo tanta strada percorsa insieme, dopo che le competenze dell’Ente Provincia si sono enormemente accresciute siamo più che mai convinti dell’utilità dello stare e dell’agire uniti. Oggi non servono più chiusure campanilistiche, ma sforzi sinergici volti a recuperare ed affermare la forza di una comunità che vuole crescere e prosperare, sfruttando positivamente le aperture verso il territorio circostante, attraverso i distretti e la cooperazione interprovinciale. I 12 meravigliosi comuni della nostra giovane provincia (quello di più recente fondazione, Vittoria, compie quest’ anno 400 anni) stanno insieme non per la mera costrizione istituzionale, ma per convinzione e per appartenenza, per vincere la grande scommessa dello sviluppo del nostro territorio. In questi 80 anni è cambiata certamente la nostra economia che era prima caratterizzata almeno per il 50% da una agricoltura basata soprattutto sulle colture cerealicole e sulla zootecnia; oggi questa agricoltura si presenta diversificata con molte colture di pregio e con tecniche di avanguardia. Anche l’industria, che ha vissuto l’esperienza dell’ asfalto e del petrolio, è oggi in gran parte costituita da un crescente numero di piccole e medie imprese. Il comparto artigianale, il commercio ed il turismo completano il quadro di un tessuto produttivo vivace ed efficiente. Una classe imprenditoriale dinamica e con le idee chiare erede di quei “massari” che seppero sfruttare sapientemente l’ enfiteusi loro concessa dal conte di Modica, diversificando positivamente l’economia e la mentalità di questa parte della Sicilia sud-orientale. E’ cambiata l’economia, è cambiata anche la stessa struttura della provincia, governata per i primi 40 anni in forma praticamente monocratica e con competenze limitatissime. Il primo tentativo di democratizzazione avvenne nel 1961 con l’elezione, in forma indiretta, ad opera dei consiglieri comunali, del primo consiglio provinciale, che tuttavia non riuscì ad esprimere una maggioranza ed un Presidente. Venne poi la famosa legge 9 del 1986 che accrebbe enormemente le competenze provinciali ed infine, nel 1994, la prima elezione diretta del Presidente della Provincia. In questi 80 anni non è cresciuta soltanto l’economia, non solo le competenze, ma la società civile, in tutte le sue componenti, è andata avanti!Citando qualche esempio si rischia di far torto a qualcuno ed io chiedo scusa, ma non posso non ricordare Giorgio La Pira, Salvatore Quasimodo, Bufalino, Vann’Antò, Carmelo Cappello, Fiume, non dimenticando le nostre tre beate, elevate agli onori degli altari in questi anni. La gloriosa storia passata della nostra comunità si è arricchita quindi di nuove gemme ed ancora oggi tanti uomini di cultura, artisti, scienziati, sportivi contribuiscono con la loro opera a dare importanza a questa provincia. “Una provincia in crescita” abbiamo voluto scrivere nel logo dell’80°, un logo con un grande fiore di 12 petali multicolori che ricorda l’unione nella diversità delle 12 terre iblee, con un accenno al barocco, che ha visto il riconoscimento UNESCO per Ragusa, Modica e Scicli ed un altro accenno al lavoro delle imprese e al mare. Se la provincia è in crescita, se gli indicatori economici, nonostante le difficoltà, restano positivi, il merito va alle istituzioni, alla classe politica, agli imprenditori, alle altre componenti sociali ed alla popolazione tutta. Una popolazione legata a valori profondi e radicati quali la famiglia, la solidarietà, il volontariato, il forte senso religioso, l’attaccamento alle tradizioni. La nostra viene detta provincia “babba” perché non è toccata dai fenomeni malavitosi presenti in altre parti del territorio: io spero,per questo aspetto, che resti babba anche per merito delle forze dell’ordine e della magistratura alle quali va il grazie di tutti noi per la loro quotidiana azione a tutela della nostra comunità.Ragusa è una provincia che vive molto l’anelito alla pace, che ha vissuto l’incubo di una base missilistica sul proprio territorio e si augura quindi che le armi cedano il terreno alla diplomazia e al dialogo; tanti nostri concittadini sono morti per la patria, in questi 80 anni, nelle diverse guerre: a loro rendiamo onore e ricordiamo il loro sacrificio.Inoltre la nostra è una Provincia che è stata molto toccata dal fenomeno dell’ emigrazione verso tanti Paesi europei ed extraeuropei.Questi emigranti non hanno fatto tutti fortuna: alcuni si sono distinti per impegno e risultati, altri hanno semplicemente e dignitosamente svolto il loro lavoro.A tutti va il nostro pensiero e la nostra gratitudine: sappiamo che, assieme alle loro famiglie, sentono molto il legame con la nostra terra e noi vogliamo considerarli parte integrante di questa nostra comunità, che con le loro rimesse ed i loro sacrifici hanno contribuito a rendere grande.Per un curioso gioco del destino oggi siamo noi terra di immigrazione e tanti lavoratori extracomunitari contribuiscono con il loro lavoro a sostenere la nostra economia e ad assistere i nostri anziani.La nostra solidarietà e l’accoglienza non sono mai mancate, ma anche l’integrazione, pur con qualche problema, è un obbiettivo preciso delle nostre comunità.Questa è la provincia di Ragusa, questa è l’immagine di un territorio piccolo nella estensione ma grande nell’economia e nella vitalità del tessuto sociale.Stiamo cercando di superare, con una grande sinergia tra istituzioni, forze politiche, sindacali, imprenditoriali e sociali, la grave carenza infrastrutturale che ci ha sempre penalizzati.Vogliamo spiccare il volo, non solo dall’aeroporto di Comiso, ma anche con strade all’altezza dei tempi, porti turistici e commerciali e ferrovie non ottocentesche.Vogliamo essere aperti al futuro sfruttando appieno la nostra posizione sul Mediterraneo, che sarà presto area di libero scambio.Questa celebrazione ha un senso perché non è il mero ricordo di un evento storico, ma piuttosto la presa di coscienza della nostra identità territoriale, delle nostre potenzialità e conseguentemente della necessità del nostro impegno.Chiudendo la celebrazione del 75° della provincia, all’inizio di questo mio mandato, scambiavo con tutti un corale augurio perché potessero essere festeggiati tanti altri anniversari nel progresso, nell’unione, nello sviluppo e nella pace.Oggi, 80’ anniversario, possiamo dire di esserci riusciti; spero che questo augurio continui ad avverarsi e che la nostra bella ed amata provincia cammini con decisione verso nuove e più importanti mete”.

Ultimo aggiornamento

13 Gennaio 2007, 00:00