Letti per i bambini di Mwanza

La Provincia di Ragusa ha contribuito ad un’iniziativa di solidarietà internazionale procedendo all’acquisto di diversi letti destinati al centro di recupero “Upendo Daima” dei bambini di strada di Mwanza nella regione della Tanzania in Africa.La Provincia infatti ha completato il numero dei letti necessari per i 40 bambini che vivono in questo centro. A favorire quest’iniziativa l’associazione “Patologi senza frontiere” ed in particolare il medico ragusano Rosario Tumino.E se a Mwanza, città nel cuore dell’Africa, sarà possibile effettuare un esame anatomo-isto-patologico lo si dovrà anche al dottor Tumino, uno dei trenta “patologi senza frontiere” che hanno accarezzato e favorito questo progetto di solidarietà internazionale. “A settembre – spiega il medico- consegneremo al Bugando Medical Center un laboratorio d’anatomia patologica, non solo “strutturalmente” efficiente per tutto quanto attiene alle sue necessarie attrezzature ma sarà anche gestito dallo stesso personale medico-sanitario africano che abbiamo contribuito a formare in questi mesi”.La generosità degli Enti Locali della Provincia di Ragusa e di diversi cittadini si era manifestata già lo scorso anno con l’acquisto di altri strumenti, suppellettili per questo centro. Quest’anno l’opera è stata completata dalla Provincia di Ragusa.“Sono state molte le persone che a Ragusa e provincia hanno condiviso questa volontà –afferma il dottor Tumino- di aiutare i bambini abbandonati di Mwanza e la loro generosità ha consentito di realizzare importanti opere di sostegno alle attività di recupero. E’ stato prezioso anche il contributo dato dalla Provincia”.La Provincia di Ragusa non è nuova a queste iniziative di solidarietà internazionale come sottolinea il presidente Franco Antoci: “L’acquisto dei letti per i bambini di Mwanza è una delle tante iniziative che ci siamo intestati. Vorrei ricordare gli aiuti per i bambini della Bielorussia e della Bosnia, nonché i contributi del consiglio provinciale per i progetti per la realizzazione del caseificio in Bosnia o per l’istruzione delle bambine in Uganda, a conferma di un nostro forte impegno solidale”.

Ultimo aggiornamento

11 Marzo 2006, 00:00