Convegno Pari Opportunità. La rappresentanza femminile nei luoghi della politica

Un forte richiamo al senso di responsabilità, un ritorno alla passione politica e un impegno straordinario nel pubblico e nel privato per rilanciare la questione femminile.Marilena Samperi, già sindaco di Caltagirone, deputata nazionale del Partito Democratico sceglie la platea del convegno nazionale sulle pari opportunità che si è tenuto ieri e oggi all’Hotel Mediterraneo per rilanciare temi cari alle donne e cambiare il corso delle cose in politica dove “il potere decisionale è in mano solo a rappresentanti dell’altro sesso”.Si indigna invece Romina Licciardi, consigliera provinciale di dignità, per il tam tam mediatico che ha portato in prima pagina le candidate-veline.“La donna non è solo immagine – dice Romina Licciardi – e ha molto da dire e da fare. Il dibattito sulla responsabilità femminile nelle istituzioni e nella politica non può essere ridotto solo ad una questione di bellezza”.Marilena Samperi cita Madre Teresa di Calcutta e commuove il pubblico presente quando rilancia una sorta di “chiamata alle armi” per il genere femminile. Invita le donne a non mollare, a non lasciare la politica per scoramento o disaffezione.Al convegno, promosso dalla Consulta Nazionale delle Pari Opportunità dell’Upi, dalla Provincia Regionale di Ragusa e con l’alto patrocinio del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, c’è spazio per tutti e per le questioni che restano aperte come le cosiddette “quote rosa”. E’ costituzionale imporre l’elezione di donne nel Parlamento? “Il problema è politico – afferma l’ex assessore regionale al Territorio e Ambiente Rossana Interlandi – perché finora i partiti hanno scelto donne per incarichi di responsabilità nelle istituzioni soltanto su base fiduciaria o per una scelta premiante del leader di turno. La battaglia va fatta all’interno dei partiti. Le donne chiedono spazio ma soprattutto rispetto perché la politica tende ad emarginarle e Venerina Padua, consigliere provinciale di seconda legislatura, insiste nel pretendere regole vincolanti di democrazia di genere a tutti i livelli, negli istituti della rappresentanza, nei luoghi delle decisioni pubbliche, nei gruppi politici, nell’accesso ai media.“Occorre fare della violenza sulle donne, della loro emarginazione e solitudine sociale, un grande tema della politica, una chiave di lettura dirimente dei processi della globalizzazione. E non ci vedo nulla di male a costruire su tutto questo una consapevole e mirata politica di collaborazione tra donne e uomini. Si può e si deve partire da questa assunzione di responsabilità pubblica condivisa, che non annulla problemi, contraddizioni, difficoltà ma colloca tutto in un quadro di progettualità politica per il più urgente dei cambiamenti della politica. Oggi quello delle donne è un grande processo umano con cui la politica deve fare i conti”.

Ultimo aggiornamento

9 Maggio 2009, 00:00