Incontri con Tito Boeri, presidente Inps. “Abbiamo un sistema di protezione sociale molto miope per i giovani. Se vogliamo dare loro un futuro dobbiamo investire sulle loro garanzie

Il presidente dell’Inps Tito Boeri nella due giorni a Ragusa ha toccato vari temi di interesse sociale, politico ed economico. Ha analizzato gli aspetti della crisi economica, le difficoltà occupazionali che incontrano i giovani ma ha anche proposto rimedi e nuove idee per un nuovo Welfare. Durante il suo incontro nella sala convegni del Palazzo della Provincia sul tema ‘Crescita e stato sociale’ e dopo una prerelazione di Carmelo Arezzo, segretario della Camera di Commercio di Ragusa, sul ‘caso Ragusa’, sul modello di una provincia che ha’bruciato’ in pochi anni sia per la forte recessione economica che per una crisi delle piccole e medie imprese forti e considerevoli perdite di reddito; il presidente dell’Inps si è soffermato soprattutto sugli aspetti positivi che un efficace sistema di protezione sociale potrebbe dare alla crescita economica del Paese.\\”Abbiamo un sistema di protezione sociale ad esempio molto miope per i giovani. Se vogliamo dare loro un futuro dobbiamo investire sulle loro garanzie. La decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato ha funzionato nel 2015 ma deve essere fiscalizzata perché altrimenti cresce il deficit. Così come non mi trovano d’accordo tutti questi ‘de profundis’ pronunciati per il Job Act perché ci si dimentica che nel 2015 si è registrata una crescita del lavoro del 2% rispetto all\’1% di crescita economica. Un risultato importante perché i contratti a tempo indeterminato assicurano una maggiore qualità del lavoro. Più posti di lavoro stabili – ha aggiunto – consentono alle aziende crescita e di avere lavoratori più produttivi”.Nell’analisi di Boeri poi “la paura che la libera circolazione del lavoro nell’ambito dell’Unione europea si potesse tradurre in turismo sociale, in welfare shopping, ha giocato un ruolo rilevante nel referendum sulla Brexit”. “In molti paesi europei – ha continuato il presidente dell’Inps- vi sono partiti che capitalizzano su questi timori descrivendo gli immigrati come vere e proprie spugne dello stato sociale. Non c’è evidenza che questo avvenga. E’ bene ricordare che gli immigrati versano ogni anno 8 miliardi di contributi sociali e ne ricevono 3 in termini di pensioni e altre prestazioni sociali, con un saldo netto di circa 5 miliardi. Un punto di Pil di contributi sociali non viene impiegato per erogare le loro pensioni, ecco che trovo assurdo chiudere le frontiere. E\’ una risposta sbagliata perché le vere minacce alla protezione sociale vengono proprio da chi vuole impedire la libera circolazione dei lavoratori”.Dopo l’incontro di ieri sera nella sede della Provincia, oggi il presidente dell’Inps ha tenuto una lectio magistralis su ‘Il lavoro futuro’ agli studenti della Facoltà di Lingue dell’Università di Catania e agli studenti delle quinte classi dell’Istituto ‘Besta’ di Ragusa e dell’Istituto ‘Fermi’ di Vittoria, nonché ai giornalisti come evento programmato dall’Ordine nazionale per la formazione continua.\\”Viviamo un processo di disintegrazione europea molto preoccupante – ha spiegato Boeri – che non aiuta la circolazione intellettuale dei giovani nell\’Unione. Mi è capitato di andare di recente in Francia e mi è stato chiesto il passaporto – ha aggiunto – e questo è sintomatico del clima xenofobo che si sta vivendo e delle spinte centrifughe che si registrano in Italia dove i partiti populisti hanno presa e bisogna, pertanto, rafforzare l\’idea dell\’unità europea. Non possiamo investire solo su chi ha smesso di lavorare. Investendo sul lavoro si migliora anche la condizione anche dei pensionati”.

Ultimo aggiornamento

27 Ottobre 2016, 00:00